Per un content marketing efficace non scegliere solo piattaforme affittate
E' passato un po' di tempo da quando ho scritto questo articolo.
Il mondo del digital è sempre in evoluzione e potresti trovare delle informazioni non più aggiornate.
I contenuti si stanno ritagliando un ruolo sempre più centrale per la comunicazione digitale, lo diceva molti anni Google con la frase "Content is the king" e mi sa che non si è sbagliato per niente.
Il content marketing sul digitale per funzionare bene dev'essere più raffinato e complesso: la produzione dei contenuti in rete cresce così come la concorrenza, ci sono nuovi strumenti da mettere in campo ciascuno con le sue regole e limiti in continua evoluzione.
Con un'attività ben strutturata si può arrivare all'apoteosi: fornire i contenuti più interessanti per ogni singola persona nel contesto giusto nel momento giusto, instaurando quasi una relazione one-to-one basata su contenuti, tempi ed interessi.
Affittare o comprare la casa dei propri contenuti?
Uno degli aspetti fondamentali da tenere in considerazione (affrontati anche illuminante post di Avinash Six Visual Solutions To Complex Digital Marketing/Analytics Challenges) è che i social network sono una piattaforma affittata dove le regole del gioco, i dati e le informazioni utili che si ottengono sono definite a priori con poca possibilità di personalizzazione e soggette a mutamenti inaspettati.
Mentre ci sono anche altri mezzi fondamentali per la content strategy come ad esempio il sito web, le newsletter, i blog, i forum, ecc. che si basano su piattaforme di proprietà dell'azienda.
E' necessario un equilibrio tra piattaforme affittate e di proprietà: unendole insieme e facendo in modo che i due mondi si trainino a vicenda si possono fare grandi cose.
Coordinare e differenziare il più possibile le attività di content marketing su web diventa fondamentale perchè i limiti di alcune piattaforme possono compensarsi con i vantaggi delle altre.
Ecco qualche esempio:
Caratteristica | Piattaforme affittate | Piattaforme di proprietà |
Tempi di avvio/ apertura nuovo canale | Velocità nell’apertura di un canale | Per l'apertura del canale è necessaria ideare una grafica e le successive implementazioni tecniche, che necessitano di tempi di progettazione e sviluppo non immediati. |
Costi di start-up | Costi inferiori di start-up | I costi di start-up sono più alti, specie per la costruzione della piattaforma. |
Bacino di utenza raggiungibile | Possibilità di poter lavorare su una community pre-esistente. | Necessità di ritagliarsi una nicchia attirando utenti verso il sito. E' un operazione non semplicissima: occorre qualità dei contenuti e un piano di web marketing e digital PR ad hoc. |
Targetizzazione ADV | Possibilità di fare adv targetizzato sugli interessi, limitato spesso agli strumenti forniti dal social network. | A disposizione tutti i mezzi del web marketing a supporto con grande flessiblità |
Contenuto ADV | Possibilità di usare i contenuti come messaggio delle inserzioni. | |
SEO | Impattano marginalmente sulla SEO le attività social, se ben coordinate. | Possibilità di acquisire nuovi visitatori attraverso i motori di ricerca gratuitamente. Dà ottimi frutti nel medio termine. |
Formato dei contenuti | E' possibile pubblicare i contenuti secondo gli standard forniti dai diversi social network. | Permette maggiori libertà per la scelta del formato dei contenuti ed il loro layout |
Analisi dei dati | Pochi dati a disposizione e forniti direttamente dal social network. Interessante la possibilità di analisi immediate sul profilo socio-demografico. | Possibilità di misurare in modo più mirato le performance ed il comportamento dell'utente |
Orientamento alla conversione | Nei social network la promozione di prodotti e servizi è generalmente meno ben vista rispetto ad altri contesti. | Maggiore facilità di portare l'utente verso le aree strategiche (e-commerce, schede prodotto, moduli di registrazione, ecc. |
E il mercato?
La mia impressione è che il mercato (sia i clienti ma soprattutto i professionisti) sia ancora poco maturo: i social media e le loro piattaforme "affittate" la fanno la parte del leone, forse anche troppo.
Si sceglie sempre la strada più facile: aziende che delegano completamente la comunicazione ad agenzie esterne, comprando fan e interazioni al fine di avere la coscienza apposto. Avere fan e like ti fa andare dal cliente (o il capo) con i numeri, tutto il resto è noia.
Ma effettivamente che tipo di ritorno si ha con questo tipo di progetti? Quante visite ai prodotti hanno generato? Quante lead? Quanta interazione spontanea c'è in assenza di Ads?Quanti di questi utenti sono un effettivo valore per l'azienda?
Lavorare in modo poco coordinato privilegiando soltanto i social media e affrontando in modo tattico il content marketing porta uno sbilanciamento pericoloso, una situazione da evitare.
I social media sono un mezzo tra i tanti ma prima di tutto diventa importante fare un passo indietro: quello che conta sono i contenuti, quello che hai da dire, in che modo in cui ne vuoi parlare e a chi vuoi rivolgerti.
Solo da qui si può capire se i social media sono la strada giusta e quali effettivamente vale la pena utilizzare.
Per fortuna che ci sono alcune aziende che lo hanno capito prima di tutte e sono diventate una case history per il loro settore: non perchè hanno fatto grandi pagine Facebook, ma hanno portato reale valore al brand con delle attività coordinate.
Concludo il post con una carrellata di esempi virtuosi, nella speranza che molti altri marchi capiscano la sfida ed inizino a fare sul serio.
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